Cindy indossava una meravigliosa chemise nera di pizzo a maniche lunghe che esaltava le forme del suo corpo donandole un'area dolce e seducente. L'aria era pregna della sua delicata essenza. Sulla sua pelle bianchissima solo qualche goccia di Candy di Prada. La camera era ampia e accogliente. Il parquet scricchiolò sotto il peso dei suoi passi eleganti e le decolleté nere tacco 12 slanciavano le gambe giovani e ben tornite. In mano aveva una fascia di pregiato raso nero. Si avvicinò a me e me la consegnò a mani giunte. Mi alzai dal bordo del letto e feci per accarezzarle il viso, quando sentii un fremito che scosse la sua pelle. Cindy era calda ed il suo petto pulsava di passione e mistero. La baciai delicatamente sulla guancia e poi mi misi dietro di lei accarezzandole i fianchi. Un nuovo brivido, questa volta più intenso, percorse tutto il suo corpo e mi afferrò per i fianchi premendo contro di me il suo sedere. "Fai di me ciò che vuoi" disse sussurrando. Le bendai gli occhi con la fascia di raso nero che poco prima mi aveva consegnato, feci scivolare gentilmente la chemise fino a farle toccare il pavimento. Il corpo di Cindy ora era protetto solo da un delizioso bikini nero. La adagiai sul letto e le legai i polsi alla testiera con delle calze autoreggenti nere. Mi assicurai che la circolazione del sangue non potesse fermarsi inserendo un dito all'interno di quelle improvvisate manette. Feci lo stesso con le caviglie. Le divaricai le gambe e la legai ai piedi del letto, immobilizzandola con cura. Appena terminai, alzai lo sguardo e la vidi leccarsi le labbra in attesa del dolce supplizio che la attendeva. Tirai fuori dal freezer un paio di forbici e dei cubetti di ghiaccio che ebbi cura di riporre in un bicchiere. Mi avvicinai a lei. "Sei mia Cindy! É ora di giocare a modo mio!" le dissi. Lei mosse sinuosamente il ventre e spostò il capo in direzione della mia voce "Ti prego Dylan, prendimi!" disse. Sfiorai la sua pelle con la punta delle forbici gelate. Lei sussultò e iniziò a gemere. Non tralasciai alcun angolo del suo corpo prima di arrivare al centro del suo petto. Infilai la lama tra le coppe del reggiseno e con un taglio deciso lo feci saltare, scatenando in lei un sussulto carico di estasi. Ripresi a percorrere il suo ventre andando verso il basso, disegnai dei piccoli cerchietti intorno all'ombelico, la lama era ancora fredda e il solletico si rivelò intenso ma piacevole. Giunsi all'altezza delle sue mutandine nere di pizzo, perfettamente coordinate alla chemise, e con due colpi decisi tagliai l'elastico. Cindy era ormai nuda ed esposta ad ogni mio volere, l'unica cosa che ancora indossava erano le scarpe. Gliele tolsi stuzzicandole le piante dei piedi. Cindy sorrise e il suo respiro si fece sempre più affannoso. Iniziai ad accarezzarla su tutto il corpo, avendo cura di evitare il più possibile la sua profonda intimità. Cindy era bagnata ed inarcava il ventre alla ricerca di un sollievo che non volevo ancora concederle. Leccai i suoi capezzoli, morbidi e saporiti e le divorai il collo baciandola ardentemente per molto tempo. "Ti prego Dylan, prendimi! Prendimi! Non resisto più!" La osservai e sorridendo le sospirai nell'orecchio un semplice "shhhhh, decido io quando è il momento di prenderti". Lei gemette e iniziò a dimenarsi con ancora più ardore. Io continuai ad accarezzarla lungo i fianchi e nell'interno cosce. Ora avvertivo nitidamente il suo odore e quel liquido che le sgorgava lento dal sesso sembrava un invito a bere la sua essenza. "Ti prego Dylan! Ti scongiuro! Scopami!" Cindy aveva perso ogni sorta di pudore. Assaggiai con la lingua i suoi umori, dolci come il miele, ed iniziai a baciarla lì alimentando ulteriormente il suo desiderio. Aprii le grandi labbra ed andai alla ricerca del clitoride. Era gonfio ed eccitato. Lo presi tra le labbra e lo succhiai delicatamente mentre infilavo un dito in profondità. Cindy gemette molto forte e si abbandonò totalmente. La lavorai con la lingua per diversi minuti, avendo cura di fermarmi sempre sulla soglia del suo orgasmo. La sua frustrazione aumentava di volta in volta. Mi alzai all'improvviso, presi tra le dita un cubetto di ghiaccio e lo passai delicatamente sulla sua fica rossa e gonfia. Cindy urlò "maledetto bastardo! Non puoi farmi questo! Te la farò pagare!" Sorrisi, la guardai e la lasciai lì mentre con calma mi andai a preparare una tazza di caffè. Quando tornai da lei la vidi sfatta e madida di sudore che si contorceva alla ricerca delle mie attenzioni. Mi accomodai in poltrona d'avanti a lei e sorseggiando il mio caffé mi godetti lo spettacolo in silenzio. Dopo qualche minuto mi alzai e andai in bagno. Mi lavai le mani con acqua fredda e del sapone neutro. Tornai in camera e con decisione colpii la fica di Cindy con schiaffi ritmici e ben assestati. "No Dylan, ti prego! Così non resisto, fammi venire ti scongiuro!" Risi ancora, ma questa volta lo feci con piglio sadico. Alternai agli schiaffi, dei lievi massaggi sul monte di Venere, poi mi cosparsi la mano di olio ed iniziai a massaggiare con più decisione il clitoride. La mia mano iniziò a scendere sempre più giù e, prima un dito, poi due, e poi tre, si fecero strada dentro di lei. Fu un lavoro lungo e attento, ma alla fine Cindy ospitava il mio pugno nella sua fica. La feci godere così, facendole esplodere il cervello in milioni di frammenti di luce incandescente.
A.M.